18 dic 2019

LA QUADRATURA DEL CERCHIO



Dalle acque del laghetto sito nel parco di Villa Annoni in Cuggiono sorge una figura chiaramente riferita all'Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci.

Ulteriore esempio di uso del manichino-modello per pittori, questa volta usato da MAD nella sua dimensione cromatica originale e lignea, in coerenza con l'ambiente in cui si colloca.

Il colore del cielo che si intravvede è un richiamo a quelli tipici di De Chirico e le sue Muse Inquietanti

Stampa su tela e ritocchi a pennarello e pastelli a cera - 70x 50
Collezione Sant'Anna

4 dic 2019

CHIOCCIOLA CON PIANOFORTE E FARFALLE




Neo Dada è un movimento artistico che riprende i temi e gli stili dadaisti, caratterizzato dall'uso di materiali moderni, da soggetti dell'immaginario popolare e da contrasti assurdi. 

Il termine venne reso popolare da Barbara Rose negli anni sessanta. Con Pino Pascali e Piero Manzoni si vede un effettivo affermarsi del neodadaismo italiano, mentre il  neo-neo dadaismo internazionale è stato legato ad un gruppo di artisti conosciuti come Fondazione Kroesos condotto da Mark Divo, che nell'inverno del 2002 hanno occupato il Cabaret Voltaire a Zurigo fino a quando la polizia non li ha costretti ad uscire il 2 marzo 2002.


Tutavia per sviluppare questa immagine il MAD non si rifà a questo concetto di neo-dadaismo. 

Semmai riprende una corrente di pensiero più alta: nel 1967, con la pubblicazione di una versione italiana di Lady Jane dei The Rolling Stones, irrompono sulla scena culturale mondiale i New Dada, ragazzi appassionati di musica rock e beat, tutti di famiglia benestante. Erano Maurizio Arcieri, Renato Vignocchi (detto "René"), Franco Jadanza, Ferruccio Sansoni (detto "Ferry"), Giorgio Fazzini e Ricky Rebaioli - quest'ultimo quasi subito rimpiazzato alla batteria da Gianfranco Longo (detto "Pupo").


L’opera in oggetto, dal titolo evocativo, è omaggio lampante a tale neo-neo-neo dadaismo anni '70: l’autore riprende ed elabora graficamente (nell’ordine temporale) farfalle fotografate sul suo terrazzo nel 2012, pianoforti abbandonati in un parco a Bari nel 2016, scale a chiocciola di una torre del palazzo ducale di Urbino fuse con statue riprese nello stesso ambito nel 2019.

 Il risultato: un mix di immagini e colori in cui non si sbaglierebbe a vedere anche un’influenza quasipop beatlesiana.

Stampa su tela con variazioni in acrilico cm 70x60
collezione Natale Annoni

1 dic 2019

URLO



La storia di questo lavoro nasce da una fotografia vista da MAD su Facebook: la disperazione di un padre siriano che raccoglie urlando il corpo del figlio dopo un bombardamento. 

Profondamente colpito dall'immagine ma ancora più dal silenzio di quell'urlo, l'autore decide di declinarne una versione universale, estirpando quasi dal net l'immagine del figlio e  costruendo con la ripresa e l'elaborazione grafica di un manichino da pittore la figura del dolente genitore. Per finire inserisce il tutto in un contesto preso da un'alba che lo stesso MAD aveva fotografato un mattino di Riccione.

Nella sua universalità (il manichino non è nè madre nè padre nè fratello, ma parente disperatamente onnicomprensivo del dolore) il quadro fa inevitabilmente riferimento e omaggio sia alle muse inquietanti di De Chirico che a varie pietà religiose, prima fra tutte ovviamente quella michelangiolesca.

Digitale su tela e ritocchi a pastelli colorati
cm. 70x70
Collezione San Rocco

LA QUARTA LUNA


Il 2019 è evidentemente anno selenico per MAD: dopo un primo soggetto dedicato a Leopardi (Infinito e Luna, commissionatogli dall'esposizione di opere Leopardiane in Villa Annoni), una seconda citazione decisamente molto più pop di Meliès e la luna (Coca Cola). Segue un terzo lavoro centrato sul quesito intellettuale declinato dal famoso "il dito e la luna", esplicito omaggio a Cattelan e a tuti i quiz televisivi ("l'accendo?")

Ed ecco la quarta sorella planetoide.
 
Qui, in modalità quasifantasy, si utilizza l'immagine del tempietto del parco di Villa Annoni in Cuggiono, sede e residenza per quasi vent'anni dell'autore, in cui si inseriscono due elementi secondo l'autore determinanti di quel biosistema: uno scoiattolo e un pavone -sempre dal MAD fotografati come lo stesso santuarietto

La differenza di rapporto fra misure reali e reciproca rappresentazione grafica rende la pressione onirica che in questo periodo l'autore vive consapevolmente, alla ricerca di una nuova posizione contestuale e artistica.

Il tempio diventa astronave che trasporta i valori più importanti, libertà e bellezza -ma anche trasmutati e in quanto tali disconnessi dalla realtà fattuale- verso un futuro tanto illuminato al centro quanto oscuro nei suoi contorni.

Elaborazione digitale stampata su tela e ritoccata ad acquerello  
cm 60x 90
Collezione Gruppo Occhio Cuggiono

7 ott 2019

IL DITO E LA LUNA





Come si dice: quando un dito indica la luna il saggio guarda la luna, lo stolto il dito.

Qui il dito è quasi un tributo al maestro Cattelan, una citazione riferita al suo monumento davanti alla Borsa di Milano, L.O.V.E  (acronimo di Libertà, Odio, Vendetta, Eternità),.
La luna è invece ripresa sul suo balcone da MAD, in una notte quasi chiara. 

La morale viene letta dal pubblico in molti modi: dal televisivo "l'accendo?" al "vaffa day notturno".
in ogni caso il con trasto luce oscurità è valorizzato dalla presenza quasi nascosta di un cordino rosso attorno al polso, quasi un riferimento al sangue speso per arrivare a questo effetto semplicemente complesso.

Stampa su tela e correzioni a vernice, cm 60x40
Collezione  Lombardi, Milano

2 lug 2019

CHE FAI TU LUNA IN CIEL



Per una serata dedicata a tre grandi ELLE (Luna, Leopardi e Leonardo), gli organizzatori di un incontro in Villa Annoni di Cuggiono hanno commissionato a MAD quest'opera, che parte dall'immagine scansionata di un famoso fotogramma bianco e nero di "viaggio nella luna" di Meliès (1902), elaborata digitalmente e rieditatata inserendo -oltre ai colori- una lattina di Coca Cola fotografata in still life dall'autore al posto del proiettile-capsula astronautica.
 
Un ritorno si potrebbe dire al POP più classico, con citazioni incrociate, quasi dadaiste,  fra cultura pubblicitaria e sperimentazione protofilmica, collegando quello che fu il messaggio  warholiano orientato verso una formazione di massa a quello sperimentale archeotecnologico dei primi anni dello scorso secolo.


Galleria Annoni - 2019 -  elaborazione digitale su tela con ritocchi a pennarello
cm 60x40

27 mag 2019

SOGNO DI UN POMERIGGIO DI MEZZA PRIMAVERA


Durante una fuggevole visita nel paese più significativo della sua infanzia, Silvi Marina in Abruzzo,  MAD sfrutta un pomeriggio di post temporale per accostare alcuni simboli cari alla sua malinconìa quasi leopardiana: il nome dei bagni HAWAII, la spiaggia ancora vuota e la casa della sua famiglia, detta Parva Domus, Magna Domus. Che dopo la distruzione puo' rimanere in esistenza solo grazie al suo lavoro di elaborazione digitale, in un angolo d'immagine onirica.
Un paesaggio che non esiste eppure reso possibile da una memoria che permane malgrado l'urbanistica.

Stampa su tela cm 60x60 - elaborazione e collage digitale con ritocchi a tempera - Galleria  Silvi Arte

6 mag 2019

LAST SUMMER / IL CIRCO



Poteva mancare fra le citazioni del MAD un omaggio a Keith Haring? ovviamente no, ed eccolo, addirittura in doppia versione. 

La prima tela, che si può vedere più in alto, è elaborata a partire dall'immagine stretchata del duomo di Trento, a cui l'autore sovrappone una serie di dodici manichini da studio d'arte in legno (la derivazione del nome manichino è ancora incerta: o dal fiammingo manneken con significato di piccolo uomo, o dal francese manne, cesta, con riferimento ai cestai che con il vimini intrecciato realizzavano anche i bambolotti) che, una volta colorati, richiamano per certi aspetti il writer statunitense, per altri gli altrettanto famosi manichini delle muse inquietanti di De Chirico. 

Non è un caso se sullo sfondo del pavimento campeggia la scritta MADECHIRICHARING.

Il titolo last summer gioca su un cambio di consonante che, modificando supper in summer, cita un altro canonico riferimento donadoniano: Leonardo da Vinci, e volendo anche Warhol che ne fece una famosa copia pop.

La seconda proposta, il CIRCO, lavora sulle stesse citazioni e sugli identici riferimenti, anche se l'elaborazione dei manichini è evidentemente diversa, ma  utilizza lo sfondo di una fotografia fatta da MAD stesso nel 2018 alla moderna installazione  di Pascale Marthine Tayou, Coloris, posizionata nel nuovo centro City Life di Milano

Elaborazioni digitali stampate su tela e ritoccate a pennarello, cm 80x40 / 40x40, collezione Miriani

SAN ROCCO NIGHT AND DAY



Continuando sul percorso dello studio artistico pop-moderno-surrealista, qui si interpreta un modulo molto caro all'amato Magritte: la contrapposizione di due immagini catturate fotograficamente in tempraneità diverse e distoniche.
Se in primo piano compare l'elaborazione della chiesetta di San Rocco ripresa di notte in un tardo inverno cuggionese, lo sfondo che si erge in secondo piano riporta un cielo evidentemente diurno e soleggiato.
Il riferimento al maestro belga è confermato neanche tanto in trasparenza anche dalla scritta su una specie di insegna luminosa in alto a sinistra che, riporta il titolo di un famoso quadro magrittiano: L'Empire des Lumières

Elaborazione digitale stampata su tela e ritoccata ad acquerello, cm 60x40, collezione privata

LA PESCA MIRACOLOSA



Da un periodo di rivalutazione da parte dell'autore di un neo surrealismo classicistico nasce quest'opera, frutto dell'integrazione di tre componenti:  la prima una fotografia dell'alba sul lago Maggiore con montagne svizzere sullo sfondo; la seconda un'immagine rubata a Modena da un MAD curioso, in un cortile in cui per caso scopre una bellissima statua di Perseo e Medusa dello scultore romano Cesare Aureli nel 1880; la terza una deformazione un po' dalìniana del simbolo stesso dell'effimero ricco, il mitico Rolex. 

Ne emerge, come dalle acque del Verbano rappresentato, un'immagine che reca al fondo una critica neanche tanto velata alla pericolosità degli status symbol visti come moderne gorgoni fascinatrici.

Elaborazione digitale stampata su tela e ritoccata a guache,       cm 50x35, collezione Miriani

INFINITO



Come passa in fretta il tempo! Sembra ieri e invece la poesia del grande Giacomo compie già 200 anni... 

Per celebrarne l'anniversario in Villa Annoni a Cuggiono si è creato un evento a cui anche MAD è stato invitato a partecipare. 

Con un pezzo molto particolare, costruito sulla moltiplicazione infinita (!) di un suo autoscatto attraverso un gioco di riflessi a voluto richiamo di quelli dei barbieri di un tempo, che mettevano gli specchi contrapposti davanti e dietro la sedia tonsoria per permettere ai clienti di ammirare la sfumatura alta.

Aggiungendo per l'occasione, fra un'immagine e l'altra, piccole siepi e una luna immanente, chiari riferimenti alla cultura onirica leopardiana.

Elaborazione digitale su tela con aggiunte a matita del testo "sempre caro mi fu quest ermo colle", cm 60x40, 2019 collezione Annoni

OLYMPUS

 
 
Cosa c'è sopra le nuvole? MAD ce lo suggerisce costruendo un'immagine consapevolmente dadaista 
(è il 2019 ed ha appena visitato una mostra su surrealismo e dada ad Alba presso la Fondazione Ferrero) in cui crea un collage digitale di immagini riprese dallo stesso autore in San Pietro in vincoli, al museo nazionale Romano di Palazzo Massimo alle Terme di Roma e in varie altre occasioni (o mutuati dal net, come nell'evidente caso dell' Enterprise). 
Il tutto per suggerire una moderna idea di Pantheon in cui Mosè si tiene informato tramite stampa, la donna non è tanto contenta del suo stato e Christine la macchina infernale fa il suo ingresso nel Pantheon moderno. Con l'aggiunta di un autoritratto "scultoreo" in basso a sinistra.
 
Collage digitale su tela, cm 50x 40, collezione privata


Il BAR BRUTO



E' sera al Bar Bruto, locale dei navigli milanesi. I membri di una band discutono la scaletta dei pezzi da suonare fuori dal locale. Il musicista che si nota di fronte è il figlio contrabbassista del MAD. 
Il quale, bevendo una birra all'interno, coglie l'attimo in cui quell'immagne ricrea l'atmosfera dei locali immortalati da Edward Hopper, solo vista al contrario: l'Edward di solito dipingeva soggetti dentro al bar, visti da fuori, MAD invece li fissa in rielaborazione digitale su tela, ma osservati al contrario, da dentro a fuori.  E sottolinea il tributo al maestro americano degli anni '50 inserendone il nome in un'insegna di negozio a fronte del bar.

Riproduzione digitale su tela con filtro olio e ritocchi a pennarello, cm 100x45- Alexander Museum Pesaro

5 mar 2019

LA PLAYA






Un salto nel tempo ed è subito surrealismo, con la citazione di una musa inquietante sull'arenile di Silvi Marina, fotografata in un inverno soleggiato con un'altana di sorveglanza abbandonata in secondo piano. Un angelo contrasta il demone che cerca di rubargli -invece delle prevedibili anime- dei giocattoli da spiaggia: un chiaro riferimento alla lotta fra bene e male già ripresa e documentata dal pittore medioevale padovano Guariento di Arpo (Piove di Sacco, 1310 – 1370)citato asieme a de Chirico sulla scala dell'altana.



Collezione Privata- Milano - 2019
stampa su tela applicata a supporto plastico trasparente