Galleria di alcune immagini create da MAD (acronimo di Marco Alberto Donadoni). Le opere in visione non sono state esposte al MoMA di N.Y., alla Galleria d'Arte Contemporanea di Roma, al Guggenheim di Bilbao, al Gottardo di Lugano e in numerose altre mostre. Altre opere più vecchie si vedono scendendo verso post nascosti dalla prima schermata.
27 mag 2019
SOGNO DI UN POMERIGGIO DI MEZZA PRIMAVERA
Durante una fuggevole visita nel paese più significativo della sua infanzia, Silvi Marina in Abruzzo, MAD sfrutta un pomeriggio di post temporale per accostare alcuni simboli cari alla sua malinconìa quasi leopardiana: il nome dei bagni HAWAII, la spiaggia ancora vuota e la casa della sua famiglia, detta Parva Domus, Magna Domus. Che dopo la distruzione puo' rimanere in esistenza solo grazie al suo lavoro di elaborazione digitale, in un angolo d'immagine onirica.
Un paesaggio che non esiste eppure reso possibile da una memoria che permane malgrado l'urbanistica.
Stampa su tela cm 60x60 - elaborazione e collage digitale con ritocchi a tempera - Galleria Silvi Arte
6 mag 2019
LAST SUMMER / IL CIRCO
Poteva mancare fra le citazioni del MAD un omaggio a Keith Haring? ovviamente no, ed eccolo, addirittura in doppia versione.
La prima tela, che si può vedere più in alto, è elaborata a partire dall'immagine stretchata del duomo di Trento, a cui l'autore sovrappone una serie di dodici manichini da studio d'arte in legno (la derivazione del nome manichino è ancora incerta: o dal fiammingo manneken con significato di piccolo uomo, o dal francese manne, cesta, con riferimento ai cestai che con il vimini intrecciato realizzavano anche i bambolotti) che, una volta colorati, richiamano per certi aspetti il writer statunitense, per altri gli altrettanto famosi manichini delle muse inquietanti di De Chirico.
Non è un caso se sullo sfondo del pavimento campeggia la scritta MADECHIRICHARING.
Il titolo last summer gioca su un cambio di consonante che, modificando supper in summer, cita un altro canonico riferimento donadoniano: Leonardo da Vinci, e volendo anche Warhol che ne fece una famosa copia pop.
La seconda proposta, il CIRCO, lavora sulle stesse citazioni e sugli identici riferimenti, anche se l'elaborazione dei manichini è evidentemente diversa, ma utilizza lo sfondo di una fotografia fatta da MAD stesso nel 2018 alla moderna installazione di Pascale Marthine Tayou, Coloris, posizionata nel nuovo centro City Life di Milano
Elaborazioni digitali stampate su tela e ritoccate a pennarello, cm 80x40 / 40x40, collezione Miriani
SAN ROCCO NIGHT AND DAY
Continuando sul percorso dello studio artistico pop-moderno-surrealista, qui si interpreta un modulo molto caro all'amato Magritte: la contrapposizione di due immagini catturate fotograficamente in tempraneità diverse e distoniche.
Se in primo piano compare l'elaborazione della chiesetta di San Rocco ripresa di notte in un tardo inverno cuggionese, lo sfondo che si erge in secondo piano riporta un cielo evidentemente diurno e soleggiato.
Il riferimento al maestro belga è confermato neanche tanto in trasparenza anche dalla scritta su una specie di insegna luminosa in alto a sinistra che, riporta il titolo di un famoso quadro magrittiano: L'Empire des Lumières
Elaborazione digitale stampata su tela e ritoccata ad acquerello, cm 60x40, collezione privata
LA PESCA MIRACOLOSA
Da un periodo di rivalutazione da parte dell'autore di un neo surrealismo classicistico nasce quest'opera, frutto dell'integrazione di tre componenti: la prima una fotografia dell'alba sul lago Maggiore con montagne svizzere sullo sfondo; la seconda un'immagine rubata a Modena da un MAD curioso, in un cortile in cui per caso scopre una bellissima statua di Perseo e Medusa dello scultore romano Cesare Aureli nel 1880; la terza una deformazione un po' dalìniana del simbolo stesso dell'effimero ricco, il mitico Rolex.
Ne emerge, come dalle acque del Verbano rappresentato, un'immagine che reca al fondo una critica neanche tanto velata alla pericolosità degli status symbol visti come moderne gorgoni fascinatrici.
Elaborazione digitale stampata su tela e ritoccata a guache, cm 50x35, collezione Miriani
INFINITO
Come passa in fretta il tempo! Sembra ieri e invece la poesia del grande Giacomo compie già 200 anni...
Per celebrarne l'anniversario in Villa Annoni a Cuggiono si è creato un evento a cui anche MAD è stato invitato a partecipare.
Con un pezzo molto particolare, costruito sulla moltiplicazione infinita (!) di un suo autoscatto attraverso un gioco di riflessi a voluto richiamo di quelli dei barbieri di un tempo, che mettevano gli specchi contrapposti davanti e dietro la sedia tonsoria per permettere ai clienti di ammirare la sfumatura alta.
Aggiungendo per l'occasione, fra un'immagine e l'altra, piccole siepi e una luna immanente, chiari riferimenti alla cultura onirica leopardiana.
Elaborazione digitale su tela con aggiunte a matita del testo "sempre caro mi fu quest ermo colle", cm 60x40, 2019 collezione Annoni
OLYMPUS
Cosa c'è sopra le nuvole? MAD ce lo suggerisce costruendo un'immagine consapevolmente dadaista
(è il 2019 ed ha appena visitato una mostra su surrealismo e dada ad Alba presso la Fondazione Ferrero) in cui crea un collage digitale di immagini riprese dallo stesso autore in San Pietro in vincoli, al museo nazionale Romano di Palazzo Massimo alle Terme di Roma e in varie altre occasioni (o mutuati dal net, come nell'evidente caso dell' Enterprise).
Il tutto per suggerire una moderna idea di Pantheon in cui Mosè si tiene informato tramite stampa, la donna non è tanto contenta del suo stato e Christine la macchina infernale fa il suo ingresso nel Pantheon moderno. Con l'aggiunta di un autoritratto "scultoreo" in basso a sinistra.
Collage digitale su tela, cm 50x 40, collezione privata
Il BAR BRUTO
E' sera al Bar Bruto, locale dei navigli milanesi. I membri di una band discutono la scaletta dei pezzi da suonare fuori dal locale. Il musicista che si nota di fronte è il figlio contrabbassista del MAD.
Il quale, bevendo una birra all'interno, coglie l'attimo in cui quell'immagne ricrea l'atmosfera dei locali immortalati da Edward Hopper, solo vista al contrario: l'Edward di solito dipingeva soggetti dentro al bar, visti da fuori, MAD invece li fissa in rielaborazione digitale su tela, ma osservati al contrario, da dentro a fuori. E sottolinea il tributo al maestro americano degli anni '50 inserendone il nome in un'insegna di negozio a fronte del bar.
Riproduzione digitale su tela con filtro olio e ritocchi a pennarello, cm 100x45- Alexander Museum Pesaro
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